Recensione della Chronica dela nobil cità de Venetia di Giorgio Dolfin

da Società e storia, 138 (2012)

GIORGIO DOLFIN. Cronicha dela nobil cità de Venetia et dela sua provintia et destretto (origini – 1458), a cura di ANGELA CARACCIOLO ARICÒ, Venezia, Centro Cicogna, 2007-2009), 2 voll., 277; 220 p.

L’opera in oggetto è la prima edizione della cronaca del patrizio veneziano Zorzi Dolfin (1396-1458); in attesa della pubblicazione del terzo volume, che forse uscirà a fine 2012, è parso opportuno rompere gli indugi e segnalare i tomi già editi, Il primo contiene il testo della cronaca relativo al periodo dalle origini alla serrata del Maggior Consiglio, insieme a un’introduzione della curatrice e una sua descrizione del manoscritto, pervenuto alla Biblioteca Marciano a metà ottocento dalla collezione del patrizio Gerolamo Contarini. Il secondo propone il testo per gli anni tra fine duecento e 1423; il terzo, oltre al testo fino al 1458, conterrà gli indici. La descrizione del manoscritto è articolata, l’edizione è ben curata, e il testo è accompagnayo da un apparato congruo di note dovuto alla trascrittrice, Chiara Frison.

L’autore – padre del più famoso cronista Pietro Dolfin, che ne continuò l’opera – visse da adulto nell’epoca dinamica, movimentata dei dogi Tommaso Mocenigo e Francesco Foscari. Tra le sue parentele per via di matrimonio c’erano anche i Foscari e, come si vedrà nel vol. III, Zorzi Dolfin «riserva una commossa attenzione» (I. p. 9) alle vicende del doge Francesco e del figlio Jacopo. Nella cronaca si trovano inoltre riflessi della sua profonda devozione, rivolta fra l’altro verso Bernardino da Siena e il patriarca patrizio Lorenzo Giustiniani (poi canonizzato). Come annota Carile nella voce su Zorzi Dolfin nel Dizionario Biografico degli Italiani, «(…) come senatore il D. ebbe diretta conoscenza della vita politica anche se non ebbe modo di mettersi in luce particolarmente e questo gli consentì nella sua attività di cronista l’accesso a fonti di prim’ordine. La cronaca del D. (…) è assai documentata per gli anni 1420-1470 (…) Per quel che riguarda il sec. XV l’opera del D. assume l’andamento di un giornale o diario come la cronaca di Antonio Morosini e usa buone fonti ufficiali». Il racconto di Dolfin è infatti particolarmente interessante per la storia di Venezia della prima metà del quattrocento, e fu fonte preziosa per autori posteriori, specialmente Marin Sanudo il Giovane, di cui Caracciolo Aricò è conoscitrice profondissima. Sanudo attinse ampiamente a Dolfin per il volume delle sue Vite dei dogi dedicato al periodo 1423-1474 – per quanto lo citi raramente, esplicitando meglio il proprio debito verso il figlio Pietro; e lo fece anche nella descrizione delle istituzioni e cariche dello stato veneziano inserito nel suo De origine, situ et magistratibus urbis Venetae, anticipata da Zorzi (I. pp 124-137) seppure in forma meno ampia e argomentata.

La cronaca del figlio Pietro (m. 1506) è sopravvissuta solo in parte – manca la trattazione degli anni 1423-1500 – ma egli arricchì il racconto del padre Zorzi di aggiunte e osservazioni, assunte nel corpo stesso del testo. Il manoscritto da cui è tratta questa edizione è una copia redatta negli anni venti del cinquecento, molto probabilmente dal patrizio Nicolò Gussoni: lui e il figlio Andrea aggiunsero note al testo dei Dolfin, che possedevano come libro di casa.

Infine, vale la pena segnalare che questi volumi fanno parte della produzione scientifica ed editoriale del Centro di studi medievali e rinascimentali Emmunuele Antonio Cicogna di Venezia, giovane per età e vivace sul piano culturale (chi scrive è entrato nel comitato scientifieo del Centro e si scusa per il conflitto d’interessi – ma è d’indole tale da criticare chiunque, ce ne fosse bisogno…), Il forte interesse del Centro verso le cronache e la filologia caratterizza le sue pubblicazioni come scientificamente complementari nei confronti di altre collane dedite alla pubblicazione di fonti veneziane c venete, qualcuna veneranda: dalle “Fonti per la storia di Venezia”, alle “Fonti per la storia della terraferma veneta”, al “Corpus statutario delle Venezie”, ai “Pacta Veneta”, ai registri delle deliberazioni miste del Senato di Venezia, ecc.

Michael Knapton

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