È con profondo dolore che comunichiamo la scomparsa della Fondatrice e Presidente del Centro, prof.ssa Angela Caracciolo Aricò che in questi anni è stata il motore propulsore e il faro che ha illuminato le attività del Centro, portandolo a diventare un riferimento nazionale e internazionale per gli studi di ambito medievale e rinascimentale.
Riconoscenti per quanto ricevuto, le attività presenti e future saranno nel suo nome.
Riportiamo di seguito una breve rassegna di articoli:
Gente Veneta
Angela Caracciolo: «Amava i deboli, anche nella cultura»
«Una campionessa di Venezia». Così don Massimiliano D’Antiga ha descritto la figura della professoressa Angela Caracciolo Aricò, nell’omelia della messa delle esequie celebrata nella basilica dei santi Giovanni e Paolo.
E la professoressa Caracciolo, una campionessa lo era davvero: campionessa di cultura, ma soprattutto campionessa di attenzione verso gli altri, verso i suoi giovani, che erano studenti, ma per lei anche amici da accompagnare, con rigore, ma anche con dolcezza e umanità nel loro percorso di studi.
Sposata con Gianni Aricò, noto scultore veneziano, aveva un figlio, Stefano, e lascia la nuora Arianna, impegnata nella comunità neocatecumenale e tre nipoti Ada, Giovanni e Amedeo.
Docente a Ca’ Foscari di Cultura e civiltà dell’Umanesimo, Angela Caracciolo, bellunese di nascita, classe 1940, era anche presidente del Centro di studi Cicogna. Persona buona, di grande fede, come ha testimoniato il modo in cui ha affrontato la malattia, e il lungo calvario per gli ospedali del Veneto e della Lombardia.
Tante le testimonianze il giorno del suo funerale. «La sua sofferenza e il suo esempio sono stati una grazia» – ha detto commosso il figlio Stefano, «Per noi che li abbiamo ricevuti – ha aggiunto un suo allievo a nome di tanti giovani – i suoi insegnamenti si sono rivelati preziosi come gemme e ghirlande di mirto».
Molto toccante anche il ritratto di lei tratteggiato dal professor Gian Carlo Alessio, celebre latinista e preside della Facoltà di Lettere a Ca’ Foscari: «Angela ha insegnato il coraggio di leggere i grandi autori e di rinnovarli – ha sottolineato il professor Alessio – quando essi vengano posti in prospettive diverse da quelle consuete. Il coraggio della grande impresa, quella che parte da un’idea forte e richiede impegno e conoscenze non comuni. Per la sua grande impresa, Angela da sempre aveva scelto Venezia nella mente e nel cuore. Quel che si studia – diceva – bisogna amarlo, farlo diventare per noi pelle e sangue».
Il collega ha poi ricordato uno degli autori da lei più amati: Sanudo. «Credo amatissimo – ha proseguito il prof. Alessio – anche perché trascurato. Angela, amava, faceva sue le ragioni dei perdenti quando li sentiva vittime di una ingiustizia della storia o della società. E, nelle mani di Angela, Sanudo è ridiventato il grande che era, dando a lei, generosa, quella giusta fama che le è riconosciuta unanimemente. Ma ad Angela non bastava l’amore per i suoi autori, insomma, non bastava a se stessa: il suo progetto è stato accolto e raccolto da molti giovani, studenti tutti consapevoli di affidarsi a un maestro cui riferirsi e a un amico cui rivolgersi nell’arruffato quotidiano della vita. C’è ancora molto da fare – ha concluso Alessio – e tu sai che non devi fermarti. E’ solo la fine di una giornata di lavoro: domani tutto riprenderà, per te, con te». (L.M.)
Università Ca’ Foscari
Angela Caracciolo Aricò, il cordoglio dell’Ateneo
L’Ateneo esprime il proprio cordoglio e si unisce al dolore della famiglia per la scomparsa di Angela Caracciolo Aricò, docente a Ca’ Foscari dal 1983 al 2010. Angela Caracciolo, presso l’allora Dipartimento di Italianistica e Filologia romanza, si è occupata in particolare di letteratura e cultura dell’età rinascimentale. Studiosa appassionata e attenta, ha condotto ricerche sul Quattro e Cinquecento indagando il rapporto tra letteratura e arte figurativa nel Rinascimento con approfondimenti sulla cultura veneziana di quei secoli. La ricordiamo per il suo costante impegno verso gli studenti e il contributo scientifico che ha apportato alla ricerca dentro e fuori Ca’ Foscari.
La Nuova Venezia
Addio alla professoressa Caracciolo
Venezia piange Angela Caracciolo Aricò. La docente universitaria si è spenta mercoledì sera verso le 19 all’Ospedale civile dei Santi Giovanni e Paolo. Fino all’ultimo è stata assistita dall’amata famiglia, il marito Gianni Aricò, scultore, e il figlio Stefano. Lascia la nuora Arianna e i tre piccoli nipoti, Ada, Giovanni, Amedeo.
Per Angela Caracciolo il primo e immutato valore della sua vita è stata la famiglia seguito dall’amore per lo studio. La professoressa, nata a Belluno nel 1940, aveva conseguito la laurea in Lettere e Filosofia all’Università degli Studi di Padova nel 1966.
Già docente di Cultura e Civiltà dell’Umanesimo e del Rinascimento presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari era presidente del Centro di Studi “Emmanuele Antonio Cicogna” e socio dell’Ateneo Veneto. Angela Caracciolo aveva ricoperto numerosi e prestigiosi incarichi universitari e scientifici e aveva partecipato e organizzato convegni e attività culturali.
Inoltre aveva curato numerose edizioni critiche tra cui quella del De origine, situ et magistratibus ovvero la città di Venezia (1493-1530) e quella dell’inedito autografo sanudiano Le vite dei dogi (1474-1494). Nell’anno accademico 1992-93 fu designata dal Rettore a rappresentare l’Università di Venezia presso la Tokyo University of Foreign Studies.
Nel 2001 aveva istituito con docenti e studiosi italiani e stranieri il Centro di Studi Medievali e Rinascimentali “Emmanuele Antonio Cicogna”. Dall’anno accademico 2004-05 era responsabile del Master in Turismo culturale nel Mediterraneo orientale.
I funerali saranno celebrati sabato 14, alle 9, nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo dal parroco di San Salvador don Massimiliano D’Antiga. Sarà sepolta nel cimitero di San Michele in Isola.
Nadia De Lazzari
La Nuova Venezia
VENEZIA. «L’amore non finirà, durerà sempre». Queste le ultime parole pronunciate da Angela Caracciolo davanti al marito Gianni Aricò, scultore, e al figlio Stefano. Ieri nella basilica dei Santi Giovanni e Paolo è stato celebrato il funerale della docente universitaria deceduta lo scorso mercoledì. In un mattino di sole gli amici, i colleghi del mondo accademico e gli studenti si sono riuniti nel tempio per darle l’estremo saluto. Per lei affetto e stima, dolore e commozione. Sopra la bara un cuscino di rose rosse e lilium bianchi. Una cerimonia funebre accompagnata dal melodioso canto della giovane nuora Arianna.
Nell’omelia don Massimiliano D’Antiga, parroco di San Salvador, ha ricordato la sensibilità acuta della docente: «È stata una donna che ha pensato agli altri avvicinandosi alle fasce più deboli. Da buona montanara conosceva la fatica dell’ascesa che ha salito con il suo Gianni». Nelle opere marmoree, bronzee, lignee dell’artista si ritrova la sua “Angela” con espressione sorridente e anche sofferente. Il sacerdote si è soffermato sulla grande statura culturale della docente. L’ha definita “campionessa di Venezia”. Poi le testimonianze, la tenerezza del figlio Stefano, l’affetto degli studenti, la stima dei colleghi. Il professor Alessio Giancarlo di Ca’ Foscari e del Centro di Studi Medievali e Rinascimentali Cicogna ha tratteggiato l’umanità, il rigore e “la scoperta culturale” della docente: «La tua cifra era il sorriso. Facevi tue le ragioni dei perdenti. Tassello dopo tassello sei arrivata prima di noi a spiegare quel testo di Jacopo Sannazaro. E’ stata una felice intuizione. Ci dicevi: “Quel che si studia bisogna amarlo e bisogna continuare a credere per i giovani”. e. Angela, domani tutto riprenderà con te e per te”.
Nadia De Lazzari